In questa settimana è stato comunicato ufficialmente l’esito delle recenti elezioni politiche.

In appena due anni i cittadini bulgari si sono recati alle urne ben cinque volte senza riuscire a dare una maggioranza parlamentare ad un partito o ad una coalizione che sia in grado di governare il paese.

Nell’ultima tornata elettorale è risultato primo partito con il 26,6% pari a 69 seggi il GERB de conservatore Boyko Borissov; 64 seggi sono stati attribuiti alla coalizione “Continuiamo il cambiamento-Bulgaria democratica.La vera sorpresa è il risultato del partito “Rinascimento” su posizioni filo russe che ha raccolto il 14,2%. Questi risultati, ancora una volta, non designano un partito o una coalizione di maggioranza e quindi ricominceranno le lunghe, lunghissime trattative per la formazione del nuovo governo.

Intanto il vuoto legislativo e di governo assomma conseguenze negative per la vita e lo sviluppo del Paese. La prima è costituita dallo spostamento della data per l’introduzione dell’euro come moneta legale, prevista per il 2023 e rinviata al futuro.

Progetti di investimenti nazionali ed europei rallentano la realizzazione, il tutto inserito in un quadro economico che attesta un elevato tasso di inflazione, la diminuzione del potere di acquisto da parte delle classi economiche meno fortunate, il distacco dalla politica e la costante sfiducia, soprattutto dei giovani nel cercare un lavoro ed anche di continuare negli studi.

Eppure la società civile possiede idee e tutto sommato volontà per continuare il percorso virtuoso che ha portato miglioramenti molto significativi nella qualità della vita confermando la Bulgaria tra i più attrattivi paesi dell’Unione Europea.